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venerdì 31 agosto 2012

Don't remind me.

Nel mio cuore c'era una piccola cosa. Una scatoletta in cui sono conservati tanti ricordi, tanti eventi. Il posto di questa scatolina inizialmente era dove ho scritto all'inizio del post. Poi l'arrivo di una persona l'ha riempita quasi fino a farla scoppiare. Ed è stato allora che pian piano questa scatolina ha svuotato tutto il contenuto precedente in un altro contenitore ed ha conservato tutto ciò che doveva conservare chiudendolo per bene al suo interno. Man mano la scatola è salita su per il mio corpo raggiungendo il cervello. Lì un essere misericordioso un bel giorno vi ha posto sopra il biglietto "Non Ricordarmi". Da quel giorno non ho riaperto questa scatola, ho finto che tutte le cose racchiuse al suo interno non fossero mai accadute... Però arriva un giorno in cui questa scatolina si riapre, da sola. Non per tuo volere. I ricordi al suo interno si agitano talmente tanto da far aprire la serratura ed invaderti dappertutto. In quel momento ti senti mancare, non hai forza e ti senti tirare a terra. Se non avessi mai chiuso tutto in quella dannata scatoletta ora starei meglio, certi ricordi non mi farebbero più male. Ed invece ora è tutto più difficile.
Vi chiederete cosa ci sia di tanto doloroso in dei ricordi. Bene.
Vi dico sin da principio che nella mia vita ho avuto due storie d'amore. Una la conoscete già perchè ho iniziato a scrivere qua quando ancora stavo assieme a lui. Dell'altra non ho mai parlato e se ne ho parlato è stato solo per qualche informazione così, non ho spiegato bene nulla. Ecco... Si tratta proprio della mia prima storia d'amore, l'ultima che ho citato ora. E' passato poco più di un anno da quando ho alzato il viso ed ho capito che era giunto il momento di porre fine a qualcosa che durava sin da troppo tempo... Quello è stato il giorno in cui ho applicato quel foglio su quella dannatissima scatola.
Oggi si è riaperta...
Ho passato un po' di tempo a piangere come una minchiona mentre il respiro mi veniva a mancare... Il fatto è che è saltato tutto fuori di botto. Stavo cucinando, messaggiavo con il tizio che mi piace e puff... Si è aperto tutto. In un secondo mi sono ritrovata ferma dov'ero con la forchetta per aria e la mano ancora sul manico della padella. Mi è mancato il respiro ed ho cominciato a piangere. Non singhiozzavo neanche e quando succede c'è da preoccuparsi. Di solito quando piango dopo un po' singhiozzo quando il pianto si fa più forte. In quel momento no. Probabilmente stavo prosciugando ogni singola goccia d'acqua del mio corpo in quel momento eppure non riuscivo a singhiozzare. Per nulla. Non so quanto sono rimasta lì. So solo che ho bruciato le patatine fritte. Ora mi darete della stupida, mi direte "eh, ti fai ancora menate per una storia finita un anno fa!"... Non avete idea, non sto male per la fine della storia. Anzi, di quello sono più che felice. Non mi faccio menate su di lui, sulla nostra fine... Ma su quello che mi è stato fatto e che gli ho permesso di fare sia con la mia vita che con il mio corpo.
Tutto d'un tratto mi sono riapparse in mente tutte le cazzate che ho fatto per lui. Chiudere i ponti con alcune mie amiche, coprirlo nei supermercati quando s'infilava nella giacca qualche oggetto... E molte altre cose. Tante. Quello che ha fatto più male però è stato ricordare altro...
Ora, se vi dicessi che probabilmente lui stava con me soltanto per ottenere la mia verginità arriverà la solita persona che dirà "ci sono passata anche io, tranquilla"... Ci sei passata anche tu cosa? Se ci fossi passata anche tu sicuro capiresti che non è il caso di parlare. Se parli significa che non sai nulla.
Tu cosa ne sai di ciò che è capitato a me? Bene, te lo dico ora.
Sai cosa significa stare al fianco di una persona per più di due anni e patire ogni cavolo di giorno le sue stupide paranoie sul fatto che non sei bionda, non sei alta, non sei magra abbastanza. Non sei mai abbastanza. No? Oh guarda caso, è la cosa meno pesante che devo tirare fuori.
Hai mai provato a cercare di allontanare le mani dell'uomo che sedeva accanto a te in auto mentre cercavano di infilarsi dentro i tuoi pantaloni? Tra l'altro con i tuoi genitori davanti che guidano. Sei mai stata spintonata dopo neanche due giorni che v'eravate incontrati perchè non volevi che lui t'introducesse le mani sempre nel posto citato poco prima perchè reputavi troppo presto? E, tra l'altro, ti è mai capitato di lasciarglielo fare perchè altrimenti l'avrebbe fatto a forza? No? Oh che strano.
E non è l'unica cosa.
Non hai idea di quanto faccia male essere trattata come un giocattolo, una stupida bambola che fa tutto ciò che le si chiede.
Non hai idea di quanto sia pesante chiudersi in un bagno con lui ed aspettare che finisca i suoi comodi con ogni angolo possibile ed inimmaginabile del tuo corpo.
Non hai idea di quante volte abbia sfogato la mia rabbia in un pianto trovandomi nuda sul letto mentre lui andava a finire in bagno ciò che aveva iniziato con me.
O quanto schifo faccia sentirsi sporcare addosso da qualcosa che evito di dire.
Non sai cosa sia la paura di rimanere incinta perchè in uno di quei momenti lui si era rifiutato di mettere il preservativo e non hai neanche idea di quanto schifo faccia sentirsi abbassare a forza il viso o la mano per raggiungere la parte in cui lui voleva che andassero.
Non provare neanche a capire cosa si provi a sentire un corpo che si muove sul tuo mentre non vedi nulla perchè il tuo viso è stato coperto da un cuscino o cosa significhi vedersi tappare le labbra dalla sua mano perchè era stufo di sentire i miei lamenti.
Il dolore che faceva il corpo quando cercava di forzare l'entrata quando non ero pronta, tutti i vari tentativi in cui lui toglieva solo lo stretto necessario per fare i suoi porci comodi e quando non ci riusciva per qualche motivo ovvio tutte le parole scagliate come se fosse proprio il mio corpo il problema. La mia prima volta, avuta a forza quando lui era preso particolarmente bene e la nausea successiva che ho avuto per aver trattenuto il pianto. Tutte le volte in cui mentre guidava la sua mano finiva sul mio seno o in mezzo alle mie gambe ed io che non potevo neanche spostarmi perchè bloccata sia dalla cintura di sicurezza che dal suo braccio.
Per non calcolare i momenti in cui era arrabbiato. Non accettava mai un rifiuto, quando aveva voglia di qualcosa dovevo farlo. Quando era arrabbiato però non parlava neanche. Già non chiedeva durante la "normalità", lui pretendeva. Quando era arrabbiato non pretendeva neanche. Si prendeva ciò che voleva. In modo anche rude. E tutti i discorsi suoi quando qualche volta mi trovava a piangere: "Oh, scusa... Ti ho fatta piangere... Non volevo..." Intanto tre secondi dopo eravamo nella stessa situazione di prima. Le mie bugie quando succedeva: "No, non è colpa tua. Piango per l'agitazione." No. Piango perchè mi hai fatto male. Piango perchè sentire le tue mani nel mio interno coscia quando non voglio mi fanno sentire male, piango perchè quando provi ad entrare con altro che non sia la mano fai un male che neanche t'immagini, piango perchè non riesco a respirare se mi stai addosso così, piango perchè è il tuo peso a schiacciarmi le costole e a farmi male. Piango perchè non posso ribellarmi, piango perchè nonostante tutto ti amavo ed ero così cretina da permetterti di usarmi. Per tutto questo piangevo.
Ora di tutto questo mi è rimasto solo un organo martoriato, un corpo troppo magro a causa di tutte le diete che ho fatto per essere più magra per te e che ha visto tante di quelle schifezze che neanche riesco a ricordarle tutte, una prima volta buttata nel cesso, tanta vergogna e schifo verso me stessa che ho permesso ad una persona come te di rovinarmi ed un odio profondo verso la tua esistenza. Perchè se si tira troppo la corda alla fin fine ciò che era amore si tramuta in odio. Non lo sai? Bene, ora ne sei messo al corrente. Ti odio soprattutto per il fatto che poi quella che si sente uno schifo per essersi fatta togliere le mutande, per averti permesso di usare le sue gambe, ciò che c'è in mezzo, le sue mani, le sue labbra e tutto ciò che è possibile usare per procurarti del piacere sono io.
Ho buttato all'aria un sacco di prime volte con te.
E dopo tutto quella che ha rimorsi e che si sente uno schifo sono io.
Dovresti essere tu, verme, a star male. Non io.
Questo, tutto questo è ciò che non avrei mai voluto ricordare.
Questo, tutto questo è ciò che ora devo affrontare per passare oltre.
Se continuo a nascondere tutto alla fin fine questi ricordi finiscono per putrefarsi nella mia mente e farmi impazzire.
Devo imparare a convivere con il fatto di essere stata violentata sia fisicamente che psicologicamente ogni singolo giorno della mia esistenza per due anni e tre mesi.

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