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 Haruna Touge Blog  Vita da Crosser  PoPiPo GDR  Seira&Satsuki

venerdì 11 maggio 2012

Dicono che la notte porta consigli, ma vorrei che la mia mente non avesse mai parlato.

Vado a dormire...
Seh, dormire...
Che parola grossa...
Inizio a piangere, tanto, e ripenso ad ogni singola volta che ho tentato di togliermi la vita...
La prima, quando prima di andare a scuola ho cercato di buttarmi sotto un tram... Il tram ha fatto in tempo a frenare e non mi ha presa.
La seconda, quando ho cercato di tagliarmi le vene... Ho sfiorato appena i polsi con la punta del coltello e mi son sentita male alla vista del sangue.
La terza, quando ero convinta che bastasse un fondo di bicchiere di candeggina per andarsene... Me la sono cavata con tre giorni di vomito quasi ininterrotto che ho camuffato come influenza.
La quarta, quando mi sono buttata sotto una macchina... La quale mi ha deviata e mi ha lasciata in mezzo alla strada.
La quinta, quando mi son rifiutata di mangiare... Ne ho ottenuto solo un calo di peso, non certo la morte.
La sesta, quando ho provato a buttarmi giù dal balcone... Ma è arrivato mio cugino e non sono riuscita a farlo davanti a qualcuno.
La settima, quando ho cercato di avvelenarmi col veleno per topi... Ho iniziato a litigare con mia madre e non sono riuscita, neanche quella volta, a portare a termine nulla.
L'ottava, quando pensavo che facendola arrabbiare talmente tanto mi avrebbe uccisa... Ci è andata vicina, ma è stata interrotta.
La nona, quando ho provato a buttare il phon dentro la vasca da bagno... Non ci arrivava con il filo e non trovavo neanche una prolunga in giro per casa.
La decima, quando ho cercato di ributtarmi sotto un'auto... Il mio cane mi ha tirata dall'altra parte impedendomi di finirci sotto.
Ed ora...
Cosa dovrei dire...
Che sono all'undicesima?
La mente non la smetteva più di urlare...
Cercavo di trattenere tutto ciò che voleva farmi lasciare questo mondo...
Eppure credo di non esserci riuscita.
Sono inutile.
Fino ad ora pensavo che nonostante lo sentissi magari non lo ero veramente.
Ora ne ho la conferma: lo sono.
Dopo aver cercato di rimanere a letto a piangere ancora mi sono alzata, andata in bagno e cercato qualsiasi cosa...
L'idea iniziale era la candeggina, ma non aveva funzionato già una volta...
Le pastiglie del mal di testa.
Prendo la scatoletta e tolgo quelle che mi rimangono.
Già mi fa schifo prenderne una, figurarsi cinque.
Sono tornata in camera ed ho iniziato a scrivere quest'emerita stronzata.
Ho freddo, e la testa mi sta scoppiando.
Sono medicinali contro il mal di testa, eppure me l'hanno fatto venire.
Ero convinta che iniziando questo discorso mi sarebbe venuto qualcosa che suonasse come un addio.
Magari qualcosa di teatrale, proprio come piace a me che amo recitare.
Eppure tutto ciò che mi viene in mente ora è una cosa sola, anzi una persona sola.
"L'importanza di una persona la capisci solo nel momento in cui la perdi..." io la sto perdendo, ora, commettendo questa puttanata.
Le avevo promesso di esserle sempre accanto, di non lasciarla mai.
Eppure non sono stata cacpace neanche di fare questo.
E' troppo facile dirlo ora ma...
Non voglio morire.
Vorrie che questa notte la mia mente non mi avesse portato a fare l'ennesima puttanata della mia vita.
Molta gente ne sarebbe contenta.
Stavo anche per scrivere qualcosa indirizzato a colei che dovrebbe essere mia madre...
Perchè "magari qualcosa ti riesce di farlo bene..." no?
Eppure...
Inizio ad avere sempre più freddo e la testa mi inizia a pulsare...
Non riesco neanche a capire come cavolo faccia a distinguere le lettere sullo schermo.
Bene, anche questa ci mancava.
Parte da solo l'mp3 e posso sentire dalle cuffie appoggiate davanti a me la voce di Luka in "Waiting for you"...
"Let me hold your hands for one last time, don't worry I'll be just fine..."
No, tutte stronzate...
Non starò meglio io, perchè non starà meglio lei.
Anche nel caso morissi non starò bene.
Mai.
Perchè ho causato del male a lei.
Dubito che, nonostante cinque pastiglie siano tante per il mio corpo, riesca ad andarmene...
Sono medicinali leggeri, in fondo.
Eccola, ora arriva la convinzione che tutto possa andare bene.
Hai fatto una stronzata, prendine atto piuttosto che sperare che ora qualche intervento divino vada ad attoppare tutti gli strappi che hai causato.
Però lo spero davvero.
E' un gesto infantile tirare il sasso e nascondere la mano ma ora non voglio andarmene.
Mi vengono in mente tutte le cose che ho progettato di farle vivere, se davvero questa fosse l'unica volta in cui mi è andato a "buon fine" ciò che avevo programmato me lo merito.
Sono una stronza, e mi sono comportata da egoista.
Non riesco quasi più a distinguere i tasti.
Se tu leggerai mai questa cosa e se non dovessi più alzarmi dal letto in cui sto per tornare anche se avresti tutti i tuoi buoni motivi per odiarmi per favore perdonami.

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